Hospitality open-air: investire nei campeggi
8 Ottobre 2024 - Insights

Hospitality open-air: investire nei campeggi

Investire nei campeggi non solo permette di diversificare il proprio portafoglio, ma si dimostra una scelta lungimirante, capace di cavalcare un trend turistico in forte crescita e con il potenziale di generare ritorni economici importanti.

Oltre a soddisfare una crescente domanda di vacanze green, i campeggi stanno emergendo come una delle nicchie più promettenti e redditizie nel settore dell’hospitality, offrendo nuove opportunità di investimento immobiliare.

Già durante la pandemia si erano manifestati i primi segnali della solidità di questa asset class. In un periodo in cui gran parte del settore hospitality subiva gli effetti  delle restrizioni sanitarie, con hotel e resort costretti a chiudere o a operare con capacità fortemente ridotte, i campeggi sono riusciti a rispondere in modo efficace alle nuove esigenze dei turisti, grazie alla possibilità di garantire il distanziamento sociale in spazi naturali.

Ciò che inizialmente poteva sembrare un fenomeno temporaneo in un momento di crisi è poi diventato un trend strutturato e duraturo. Oggi, infatti, il mercato dei campeggi continua a crescere, attirando sempre più l’interesse non solo dei turisti, ma anche degli investitori istituzionali.

Vediamo insieme i principali motivi per cui investire nei campeggi rappresenta un'opportunità strategica e redditizia, in grado di competere con le asset class tradizionali.

Il turismo open air è in forte espansione

Il settore del turismo open-air è in costante crescita, e i campeggi si confermano tra i protagonisti più dinamici. Secondo i dati Eurostat, nel 2023 il segmento open-air ha registrato un record storico in Europa, con ben 402,2 milioni di presenze, segnando un incremento dell'8% rispetto al 2019.

Questo trend trova un terreno particolarmente favorevole in Italia, che grazie alla sua straordinaria varietà di paesaggi naturali e destinazioni outdoor, è tra le mete più apprezzate per questo tipo di vacanza. L’osservatorio Human Company e Thrends posiziona infatti il mercato italiano al secondo posto in Europa, subito dopo la Francia.

Le prospettive future sono altrettanto positive. Uno studio realizzato da Exactitude Consultancy prevede che il mercato globale di campeggi e caravan supererà i 49 miliardi di dollari entro il 2030. E per quanto riguarda l’Italia, le proiezioni di Faita Federcamping per quest'anno stimano 11,4 milioni di arrivi nei campeggi (+3,5% rispetto all'anno scorso) e un totale di 71 milioni di notti (+1,3% sul 2023).

Un mercato diversificato

La domanda di vacanze in campeggio è trainata principalmente dalle famiglie, che rappresentano circa il 75% del totale secondo il Camping Report (CaRe) di campeggi.com, il principale portale dedicato ai campeggi e ai villaggi vacanze. Tuttavia, sta emergendo con sempre maggiore forza una nuova fascia di clientela: i giovani della Generazione Z, viaggiatori che prediligono forme di turismo lento e green rispetto alle vacanze tradizionali, preferendo esperienze a basso impatto ambientale.

Dal punto di vista geografico, il Veneto e la Toscana sono le regioni più attrattive per i campeggiatori, come evidenziato dall'Osservatorio Human Company e Thrends. Ma l'interesse per il campeggio è in crescita in tutto il Paese, con richieste che spaziano dalle località balneari alle mete montane, fino alle città d'arte.

Questa diversificazione della domanda consente al settore di intercettare target differenti, offrendo agli investitori nuove e interessanti opportunità di guadagno e sviluppo al di là degli investimenti alberghieri tradizionali.

Un segmento ancora inesplorato

In Italia, i campeggi sono tradizionalmente gestiti da piccole imprese familiari, e il settore resta in gran parte inesplorato dagli investitori istituzionali. Questo modello di gestione diretta e personale offre indubbi vantaggi, come la cura meticolosa dei dettagli e un servizio altamente personalizzato, ma spesso può anche presentare limiti, soprattutto in termini di crescita e innovazione.

È proprio qui si apre una grande opportunità per gli investitori. Entrare in questo mercato significherebbe non solo sfruttare le nuove tendenze del turismo open-air, ma anche apportare capitali, competenze e strategie capaci di far evolvere il settore. Senza contare che, diversificando il proprio portafoglio con questa asset class alternativa, gli investitori possono contribuire attivamente alla transizione verso un'offerta turistica più sostenibile, dal momento che i campeggi hanno un basso impatto ambientale rispetto ad altre forme di ricettività turistica.

Investire nei campeggi di lusso: il glamping

Negli ultimi anni, il concetto di campeggio ha subito una profonda evoluzione. Quella che un tempo era considerata una vacanza low cost e un pò spartana, oggi diventa una vera e propria esperienza glamour. È il glamping, una forma di campeggio che unisce il contatto diretto con la natura ai comfort di un resort a cinque stelle. Un trend che è cresciuto esponenzialmente al ritmo del 10% annuo, come è emerso da un’indagine di Risposte Turismo del 2022.

Al di là dell’incredibile popolarità, il glamping è un settore che pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale. Gli operatori si impegnano a utilizzare materiali eco-friendly per la costruzione delle strutture e a progettare attività che ridettino e valorizzino l’ambiente circostante. Un approccio che rende il glamping un’asset class particolarmente interessante per investimenti immobiliari orientati ai principi ESG.